Menu Chiudi

approdo degli internauti

La freccia avvelenata

C’era una volta un uomo nel bel mezzo di un fitto bosco. Senza alcun preavviso, fu colpito da una freccia avvelenata.

Il dolore fu immediato e il suo corpo iniziò a soffrire le conseguenze del veleno.

Tuttavia, invece di cercare immediatamente aiuto o di estrarre la freccia, l’uomo cominciò a porsi domande apparentemente senza fine.

Chi aveva scoccato quella freccia? Perché proprio a lui? Di che legno era fatto l’arco? Quali piume erano state utilizzate per costruire la freccia?

Si perdeva in speculazioni e cercava risposte a domande incessanti che s’affollavano nella sua mente e mentre continuava a cercare queste risposte, il suo stato peggiorava e il veleno si diffondeve sempre di più nel suo corpo.

L’uomo restava rapito dai molti pensieri senza preoccuparsi della sua condizione fisica. Finquando nell’agonia del dolore, la sua vita si spense.

***

Questa è una parabola tradizionalmente associata alla filosofia buddista e non ha un autore specifico o una pubblicazione originale. Io l’ho scritta qui, così come l’ho conosciuta, tuttavia si può trovare online il frammento di una bellissima intervista a Franco Battiato che la sintetizza e la spiega con queste parole, che riporto testualmente, linkabili direttamente al video:

mi è arrivata una freccia avvelenata: non posso perdere tempo ad analizzare il tipo di veleno, a chiedermi chi è l’arciere che me l’ha inviata, chi è questo nemico che mi ha mandato questa freccia, perché nel frattempo il veleno andrebbe nel sangue non avrei più speranza. Io intanto comincio a salvarmi poi… mi faccio le domande.

Articolo di Eminenza Grigia:  sono felice se lo condividete, secondo la procedura corretta, cliccando sull’icona del social che preferite
Se ti è piaciuto, condividilo!