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approdo degli internauti

Il mistero del Bonus Renzi svelato: scopri dov’è finito il trattamento integrativo

Il Trattamento Integrativo, ex bonus Renzi, ha subìto negli anni innumerevoli variazioni. Variazioni che hanno creato confusione nella comprensione da parte dei lavoratori dipendenti sulla sua spettanza o meno.

La Legge di Bilancio 2023 ha confermato quanto già stabilito dal precedente governo, in merito ai beneficiari e ai requisiti per la Sua percezione.

Chi sono i beneficiari

  • Lavoratori dipendenti, con esclusione dei percettori di reddito da pensione di ogni genere e assegni equiparati;
  • Lavoratori in cassa integrazione;
  • Disoccupati percettori di indennità mensile di disoccupazione NASPI;
  • Stagisti e borsisti;
  • Percettori di altri redditi assimilati a lavoro dipendente

Quali sono i requisiti per ottenerlo?

Avere un reddito imponibile complessivo ai fini IRPEF non superiore ad euro 15.000,00 e solo qualora vi sia “capienza” dell’imposta lorda determinata sui redditi da lavoro dipendente e assimilati rispetto alle detrazioni da lavoro dipendente e assimilati. In quest’ultimo caso, il trattamento integrativo è riconosciuto per un ammontare di euro 1.200,00 (in termini più semplici: se l’imposta lorda è inferiore alle detrazioni per lavoro dipendente e assimilati: il trattamento non è spettante; ricadono ad esempio in questa casistica tutti i redditi da lavoro dipendente fino ad euro 8.174,00 – definita no tax area ovvero “senza imposte dovute”);

Avere un reddito imponibile complessivo ai fini IRPEF superiore ad euro 15.000,00 ed inferiore ad euro 28.000,00 e solo qualora vi sia: in primo luogo la “capienza” dell’imposta lorda rispetto alle detrazioni da lavoro dipendente; in secondo luogo l’ “incapienza” dell’imposta lorda rispetto alla somma delle detrazioni di seguito elencate (importo massimo trattamento erogabile euro 1.200,00)

  • Detrazioni per lavoro dipendente e assimilati
  • Detrazioni per carichi di famiglia
  • Detrazioni per interessi passivi su mutuo per abitazione principale
  • Detrazioni per prestiti e mutui agrari
  • Detrazioni per spese sanitarie
  • Detrazioni per spese di intervento per il recupero del patrimonio edilizio ed efficientamento energetico.

Il caso di un Dipendente con contratto di lavoro a tempo indeterminato, unica fonte di reddito

Si ipotizzi il caso di un dipendente con lavoro a tempo interminato, 365 giorni lavorativi, unico reddito:

  • Reddito imponibile: 17.000,00 euro
  • Imposta Lorda: 3.950,00 euro
  • Detrazioni per lavoro dipendente: 2.917,00 euro
  • Detrazioni punti elenco: 4.750,00 (attenzione la somma rappresenta la quota detraibile non la spesa sostenuta)

Nell’esempio è rispettato sia il requisito della capienza dell’imposta lorda rispetto alle detrazioni per lavoro dipendente, sia l’incapienza dell’imposta lorda rispetto alle detrazioni dei punti elenco. Pertanto il trattamento integrativo spettante è pari ad euro 800,00 dato dalla differenza tra euro 4.750 ed euro 3.950 (attenzione il trattamento massimo erogabile è di euro 1.200,00)

È chiaro che il secondo requisito sarà desumibile esclusivamente in sede di dichiarazione dei redditi!!!!

Qual è la “voce” da cercare nella vostra Busta paga?

Cercate nella vostra Busta Paga la dicitura: “Trattamento integrativo L.21/2020”

In conclusione

Dunque ora che avete letto attentamente tutto l’articolo:

  • vi siete resi conto che avete ricevuto erroneamente il trattamento integrativo?
  • vi siete accorti che vi spettava e non lo avete ricevuto?

Nessun timore! La vostra situazione potrà essere regolarizzata con la Dichiarazione dei Redditi Modello 730 o Modello Unico.

Al prossimo articolo!!!!

Articolo Redatto dal Team Eminenza (Contabile)
sulla base della Fonte: Circolare agenzia delle entrate nr.4/E del 18 febbraio 2022
Immagini Grafiche di: Alexa e Elf-Moondance con rielaborazione di Eminenza Grigia

 

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