Se fosse vera, avremmo definitivamente risolto il problema della Morte. Che, come problema, ci sembra pragmaticamente piuttosto irrisolvibile, almeno nell’Universo che stiamo consapevolmente vivendo.
La Teoria degli Universi Paralleli in sintesi afferma che non vi sia un solo Universo, ma più universi simultanei, nello spazio e nel tempo. Affonda le sue radici nella fisica quantistica e nella teoria della relatività ed è fonte di disaccordo nella comunità dei fisici, che la collocano nella scienza di confine.
Fu elaborata e formalmente proposta, col concetto di Multiverso, dal fisico statunitense Hugh Everett III nel 1957, tuttavia l’ipotesi è antica e “l’infinità dell’universo e dei mondi abitati nel 1600 costò la vita a Giordano Bruno, messo al rogo a Roma in piazza Campo dei Fiori” citando Piero Bianucci in un Articolo del 27.05.2013 apparso su La Stampa, che vi invitiamo a leggere.
Ovviamente in questo Articolo, non affronteremo tutte le formulazioni ed informazioni fisico/quantistiche di quest’affascinante Teoria ma ne evidenzieremo le Curiosità inerenti il tema.
Non abbiamo una sola vita, ma un numero infinito di vite.
Avete presente il più recente film: “Durante la Tormenta?” (2018)
Secondo la Teoria degli Universi Paralleli, la nostra esistenza ha infinite possibilità di sviluppo. Come una narrazione. Se il personaggio principale prende la strada sulla destra, si troverà ad affrontare determinate esperienze. Se gira a sinistra, invece, queste potranno essere molto diverse. Ogni opzione crea un nuovo universo. E per ogni opzione viviamo contemporaneamente un numero infinito di vite. In una siamo ricchi e potenti, nell’altra siamo mendicanti, in una moriamo e in un’altra siamo ancora vivi.
La morte non esiste (!?)
Però poiché il numero di universi è infinito, lo è anche la vita. Dunque secondo la teoria degli universi paralleli la morte non esiste. Si muore in un universo, ma si è ancora vivi in molti altri. Senza dubbio affascinante. Però alla fin fine, se non si ha consapevolezza della propria vita in altri Universi, come si può affermare di non esser morti?
Lo scontro degli Universi Paralleli provoca il Big Bang
Sono chiamati Universi Paralleli perché ipotizzati paralleli l’uno all’altro. Questo significa che non c’è modo che si incontrino, anche se coesistono permanentemente. Allo stesso modo, si ipotizza che lo scontro tra due di questi universi provochi il cosiddetto Big Bang, un’esplosione incommensurabile che, a sua volta, genera nuovi universi.
L’esplorazione immaginativa
L’ipotesi dell’esistenza di universi o dimensioni parallele ha attirato nel corso della storia, e in particolare nel campo della fantascienza, l’attenzione di numerosi autori di: narrativa; fumetti; soggetti cinematografici, ma anche anche l’arte ha in qualche modo esplorato questo concetto, con le opere di Escher.
Non elencheremo ovviamente qui tutte le opere (eventualmente potete cliccare qui per accedere ad un esaustivo elenco d’opere attinenti per la letteratura; film; serie tv; fumetti; animazioni; videogiochi; etc).
A noi, fra tutti è bastato l’Autore Lewis Carroll col viaggio della sua Alice in una dimensione parallela (Alice’s Adventures in Wonderland, 1865), per poi farla tornare e poco dopo, guarda caso: attraverso uno specchio, farla trovare nuovamente in una dimensione parallela (Through the Looking-Glass, and What Alice Found There, 1871).
Cappellaio Matto: Credi ancora che sia un sogno, non è vero?
Alice: Ma certo, è solo un’invenzione della mia mente.
Cappellaio Matto: Questo vorrebbe dire che non sono reale?
Alice: Temo di sì, ma non mi sorprende che io sogni un mezzo matto.
Cappellaio Matto: Ma dovresti essere mezza matta anche tu per sognare uno come me.
Alice: Evidentemente lo sono… mi mancherai quando mi sveglierò.