“Non sono gli orologi a rallentare: in basso tutti i processi sono più lenti. Due amici si separano, uno va a vivere in pianura, l’altro in montagna. Dopo anni si ritrovano: quello in pianura ha vissuto meno, è invecchiato meno, il pendolo del suo cucù ha oscillato meno volte, ha avuto meno tempo per fare cose, le sue piante sono cresciute meno, i suoi pensieri hanno avuto meno tempo per svolgersi… In basso c’è meno tempo che in alto.” (Carlo Rovelli, estratto dal libro L’Ordine del Tempo, ed. Adelphi)
La dilatazione temporale gravitazionale o dilatazione gravitazionale del tempo è l’effetto per cui il tempo scorre a differenti velocità in regioni di diverso potenziale gravitazionale. Maggiore è il potenziale gravitazionale (più vicino al centro di un oggetto massivo, ad es. vicino ad un buco nero), più lentamente scorrono gli orologi.
“La cosa davvero sorprendente è che qualcuno aveva capito questo rallentamento del Tempo un secolo prima che avessimo gli orologi per misurarlo: EINSTEIN.” (cit. Carlo Rovelli, L’Ordine del Tempo, ed. Adelphi)
Albert Einstein in origine, previde questo effetto nella sua teoria della relatività e da allora è stato confermato dalle prove della relatività generale.
Ciò è stato dimostrato osservando che gli orologi atomici a differenti altitudini (e perciò a diverso potenziale gravitazionale) mostrano alla fine tempi differenti. Gli effetti rilevati in tali esperimenti sono estremamente piccoli, con differenze misurate in nanosecondi.
La dilatazione temporale gravitazionale è descritta per la prima volta da Albert Einstein nel 1907 (A. Einstein, Über das Relativitätsprinzip und die aus demselben gezogenen Folgerungen, Jahrbuch der Radioaktivität und Elektronik 4, 411–462 ed. 1907)
e confermata nel 1959 dall’esperimento di Pound-Rebka.