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Guerra e Pace a teatro – Recensione dello spettacolo di Luca De Fusco

Scena dello spettacolo Guerra e Pace di Luca De Fusco al Teatro Argentina

Cimentarsi con Guerra e Pace a teatro è una sfida che impone scelte nette. L’adattamento curato da Gianni Garrera e la regia di Luca De Fusco, andato in scena al Teatro Argentina dal 4 al 23 febbraio 2025, affrontano Tolstoj attraverso una lettura visiva raffinata e controllata, capace di restituire l’universo aristocratico russo con compostezza formale e grande rigore scenico.

La scenografia creata da Marta Crisolini Malatesta (che firma anche i costumi), è un palazzo aristocratico decadente dominato da una scalinata centrale, funziona come spazio narrativo e motore dell’azione. Gli attori percorrono la scalinata in varie fasi del racconto, segnando così i passaggi tra luoghi, stati d’animo e passaggi narrativi. Ho trovato questa scelta pratica e coerente, una soluzione tattica per evitare continui cambi di scena, anche se a lungo andare finisce per appiattire la rappresentazione della guerra, confinandola in uno sfondo evocato ma mai veramente incarnato.

Di fatto, sul piano narrativo, ne ho ricevuto un impatto meno forte. Il taglio dell’adattamento privilegia la trama sentimentale rispetto alla densità filosofica e storica dell’opera. Le tensioni politiche, le meditazioni sul destino, la profondità psicologica dei personaggi sembrano cedere il passo a un andamento più scorrevole, più affettivo, più accessibile. A tratti, ho percepito una deriva quasi stessi assistendo ad una serie tv in costume, dove l’intreccio amoroso prende il sopravvento sulla complessità dell’epica tolstojana, lasciando in secondo piano proprio i grandi temi storici e filosofici, che invece costituiscono l’anima del romanzo di Tolstoj.

Ho trovato una possibile spiegazione in un video introduttivo pubblicato online dalla Fondazione Teatro di Roma, in cui Luca De Fusco approfondisce diversi aspetti del suo lavoro registico su Guerra e Pace a teatro, offrendo spunti utili alla lettura dello spettacolo:

“Una delle cose paradossali di Guerra e Pace è che si parla molto di battaglie, ma anche molto di intrighi amorosi, come se fosse una situazione normale. E questo mi ha fatto pensare al nostro tempo: viviamo in un’epoca in cui, se domattina il telegiornale annunciasse lo scoppio della Terza Guerra Mondiale, non ci meraviglieremmo più di tanto. Eppure, come umanità, come società, continuiamo ad occuparci delle nostre vicende quotidiane.”

Le tre protagoniste femminili in scena nel Guerra e Pace di Luca De Fusco 2025 - Pamela Villoresi, Alessandra Pacifico Griffini, Eleonora De Luca, Mersila Sokoli, Lucia Cammalleri

Al centro di questo allestimento scenico le figure femminili hanno avuto, ai miei occhi, un peso centrale. Pamela Villoresi, che interpreta Anna Pàvlovna Scherer: con eleganza accompagna il pubblico dentro e fuori la storia, come una voce narrante che osserva tutto con lucidità. Accanto a lei ci sono le tre giovani donne: Nataša, Sonja, Marja alle prese con sogni d’amore, attese e incertezze. All’inizio sembrano fragili, quasi sullo sfondo, ma via via acquistano spessore e diventano sempre più presenti. Sono loro a tenere vivo il lato più intimo e profondo del racconto, offrendo un contrappunto delicato ma determinato alla tensione incarnata soprattutto dai personaggi maschili.

Gli uomini sono giovani in preda a un’urgenza di agire, quasi attratti dalla guerra, spinti dal bisogno di trovare nel conflitto una funzione, uno scopo. Mentre i più anziani, sembrano portare sulle spalle il peso della memoria e una maggiore consapevolezza della tragedia. Questa tensione, pur interessante, resta in parte sottotraccia.

videoproiezione in scenza del Guerra E Pace di Luca De Fusco 2025Luci e videoproiezioni, rispettivamente di Gigi Saccomandi e Alessandro Papa, si muovono con precisione e discrezione, accentuando il tono romantico e malinconico della scelta registica. Ho davvero amato l’eleganza delle videoproiezioni che accompagnano con grazia il fluire degli eventi, moltiplicando a tratti i volti e i corpi come se fossimo dentro uno specchio teatrale. Momenti di autentica bellezza scenica.

Lampadario dell'ottocento affianco alla scala sul lato del palco in Guerra e Pace di Luca De Fusco 2025

Concludo con il maestoso lampadario a gocce dell’Ottocento, che per tutta la durata dello spettacolo giace a terra, su un lato del palcoscenico, accanto alla scalinata. Mi sono chiesta quale potesse esserne il significato, consapevole che ogni dettaglio scenografico è sempre carico di senso.

Non più fonte di luce dall’alto, non più simbolo centrale, ma oggetto che segnala una caduta: quella di un’epoca, di un ordine, di un potere che non brilla più. Un’immagine poetica e amara insieme, che suggerisce la fine di un’epoca e il lento, inesorabile declino di un ordine storico.

le foto di scena (Guerra e Pace a teatro) sono di Rosellina Garbo dal sito della Fondazione Teatro di Roma
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